Chi è Belzoni |
![]() |
![]() |
![]() |
There are no translations available. Si segnalò fin dalla giovane età come curioso, estroso, intelligente. Era affascinato da Roma e dai suoi monumenti. A 17 anni vi si recò, mandato dal padre, in collegio per studiare e forse per diventare prete. A Roma si dedica agli studi affascinato però più dall’idraulica e dalla storia che da altro. Poi andò a Parigi a commerciare immagini sacre con poca fortuna pare. Iniziò poi la sua vita in giro per l’Europa che lo portò anche in Olanda.. Per evitare la coscrizione nell'esercito napoleonico nel 1803 si rifugiò in Inghilterra che divenne la sua seconda patria d’adozione. Statura fisica eccezionale (alto due metri), fisico statuario, occhi azzurri, capelli e barba fluenti, espressione decisa. Venne definito un Ercole e preso a modello per statue. Le donne erano affascinate dalla sua bellezza e prestanza fisica. Portava due grandi baffi e veniva ammirato sui palcoscenici dei teatri popolari di Londra e di altre città inglesi dove visse sfruttando la sua notevole stazza (era alto due metri) e la sua forza erculea lavorando come artista in un circo, dove faceva l'"uomo forzuto" con il nome di "Patagonian Samson" ("Sansone Patagonico"), con una imbracatura di sessanta chili in ferro, si caricava da solo una piramide umana costituita da un'intera famiglia di dodici persone. . I suoi giochi d'acqua hanno appassionato le platee di mezza Europa e le truppe di Wellington in marcia verso Waterloo. Diviene famoso e riscuote per nove anni successi tali da essere conteso dai salotti bene e da essere definito “il più bello dei giganti” da Walter Scott; Charles Dikens ne apprezza le qualità morali e Lord Byron loda la piacevolezza nella conversazione. Tutti lo conoscono come The Great Belzoni. Svolse vari mestieri: acrobata, ballerino, sollevatore di uomini (piramide umana), esperto di idraulica, cercatore di tesori, ingegnere, archeologo, esploratore. Fu certamente un eclettico. La sua carriera prese avvio e successo dalla sua prestanza fisica. Si impose dunque prima come ballerino, acrobata, sollevatore di uomini ed esperto nei giochi d’acqua. Stanco della vita da teatrante decise di trasferirsi con la moglie a Costantinopoli. Ebbe una seconda fase della vita dove cercò di imporsi come ingegnere idraulico e di fatto inventò una ruota idraulica per sollevare le acque dal Nilo alle terre da irrigare. Nella terza fase lavorativa della sua vita si dedicò ed ebbe enorme successo come scopritore di monumenti della civiltà egizia di enorme valore archeologico. Nell’ultima parte della sua vita seguì il suo spirito avventuriero e di esploratore investendo gran parte dei suoi averi per organizzare una spedizione alla scoperta delle sconosciute sorgenti del Niger. Tratti psicologici: deciso ed energico, ma anche generoso; intuitivo, tenacissimo, grande osservatore, intelligente, animato da spirito d’avventura, ambizioso. La sua fuga da casa all’età di tredici anni, testimonia il suo spirito di avventura fin da ragazzo. Nei rapporti con gli altri ebbe la fortuna di incontrare personaggi che intuirono le sue potenzialità e gli dettero fiducia. Sapeva collaborare, ma era anche uno spirito libero, non gregario, consapevole dei propri talenti e spesso si imbarcò in imprese difficilissime riuscendo ad ottenere grandi successi. Si guadagnò il rispetto delle popolazioni locali, non solo a causa del suo carattere e della sua forza, ma anche per la considerazione che aveva per gli usi e costumi locali, dato che amava indossare abiti e barba di foggia araba. Dove gli altri fallivano, lui riusciva e…suscitava ammirazione e stupore sia negli ambienti che contavano, sia presso i suoi lavoratori-operai a pagamento. Ebbe il merito di far parlare tutti i giornali d’Europa delle sue importanti scoperte. In pochi anni percorse in lungo e in largo l'Egitto, risalendo il fiume Nilo fino ad Assuan, scoprendo sotto la sabbia il tempio di Abu Simbel, riuscì a penetrare all’interno del tempio di Abu Simbel, il cui ingresso era ostruito dalla sabbia del deserto; scoprì la città di Berenice, esplorò la Valle dei Re scoprendo la tomba di Seti I, una delle più belle della valle e che è oggi nota anche con il nome di "Tomba Belzoni", che aprì sfondandone la parete con un ariete formato da un tronco di palma. Trasportò a Londra migliaia di reperti, fra cui un colossale obelisco che servì poi a Champollion (1822) per verificare la sua decifrazione dei geroglifici. L’obelisco gli costò un’aspra contesa e l’amicizia col Drovetti nonchè un processo contro il vecchio amico e ora nemico che lo minacciò, intimidì e quasi gli fece rischiare la vita.. Dalla tomba di Seti I, inoltre, egli riportò a Londra il sarcofago in alabastro translucido del re che offrì al Britis Museum per 2000 sterline. Il museo rifiutò l'offerta, così scatenando anche le ire dell'opinione pubblica, ed il sarcofago venne acquistato dall'architetto John Soane (che lo fece installare nella "cripta" della sua abitazione ove, ancora oggi, si trova). Tra le molte scoperte vi fu quella, nel 1818, dell'ingresso della piramide di Chefren, la seconda per altezza dopo la Piramide di Cheope. Dacché troppo spesso altri si erano appropriati delle sue scoperte, lasciò la sua vistosissima firma all'interno della camera sepolcrale. La sua firma può essere trovata anche accanto ad un piede della statua in granito nero di Amenofi e su un altare proveniente dal tempio di Montu, a Karnak. A Padova, sua città natale, donò due statue leontocefale, sarcofagi e papiri. Morì in Ghana, a 45 anni, da esploratore alla ricerca delle sorgenti del fiume Niger. Investì in questa impresa molte risorse economiche. Intraprese questa avventura dopo che l’inimicizia col Drovetti e il processo lo aveva amareggiato e deluso. Aveva percepito che l’Egitto era terra in cui non poteva più muoversi liberamente: troppi nemici, troppe invidie, troppi interessi in contrapposizione. Era tempo di far altro. Si parlava delle mitiche sorgenti del Niger, dell’altrettanto mitica città ricchissima nel deserto di Timbuctù. Belzoni si lanciò in questa impresa. Prima tentò la via del Marocco. Desistette per la presenza di popolazioni ostili. Si imbarcò e tentò la via del Ghana. Morì di malaria dopo tre giorni dall’avvio dell’impresa. Il suo corpo è ancora là, sepolto a due metri di profondità, sotto un grande albero che potrebbe, magari esserci ancora a segnare il luogo di un grande padovano. Aspetti chiave e\o contrastivi della sua vitaIl contrasto con il console francese Bernardino Drovetti la cui amicizia inizialmente gli aprì molte porte importanti e che si trasformò, via via in inimicizia col pretesto-causa iniziale della presunta appropriazione di un obelisco da parte del Belzoni, rivendicato anche dal Drovetti. In realtà la causa principale dovrebbe essere individuata sia nell’eccessiva intraprendenza del Belzoni sia nel fatto che egli curava gli interessi di una nazione. L’Inghilterra, in contrasto con la Francia al cui servizio era invece il Drovetti. Padova irriconoscente? Molti studiosi e commentatori accusano la città di Padova di non essere stata attenta a questo suo figlio e di non meritarselo alla fin fine! Perché… L’Indiana Jones in BelzoniNon è escluso, anzi probabile, che lo scrittore George Lukas si sia ispirato a Belzoni (oltre che ad altri storici come il tedesco Otto Rahn o esploratori come lo statunitense Roy Chapman Andrews ) per il personaggio che poi Spielberg portò con tanto successo nel cinema. Jones sta infatti per Giovanni (Indiana era il nome del cane). Perché G.B.Belzoni è un Indiana Jones?
|
Siamo partiti in mille
Tornate presto a trovarci, a breve saranno online le foto della partenza !